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Come si maschera la depressione

REDAZIONE
Come si maschera la depressione

Sono i medici di base a svolgere un ruolo di primaria importanza nel riconoscimento e nel trattamento della depressione. Quest'ultima è, infatti, la condizione medica di più frequente riscontro negli ambulatori dei medici di base dopo l'ipertensione arteriosa.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il 90% degli interventi per problemi o disagi psicologici viene effettuato dai medici di medicina generale, e almeno quattro
pazienti su dieci che consultano il proprio medico presentano sintomi di natura psicologica.
La visione che le persone hanno oggi della loro salute non è più, infatti, limitata alla semplice assenza di disturbi, ma tende ad assumere un significato estensivo, comprendendo concetti come benessere psicologico, stabilità emotiva, equilibrio psicofisico.

Non sempre però chi è colpito dalla depressione riesce ad esprimere con le parole la propria sofferenza: i pazienti si presentano spesso al medico chiedendogli aiuto per malesseri fisici vaghi o non giustificabili sulla base dell'esame clinico (cefalea, mal di schiena, sintomi gastrointestinali e cardiaci sono i disturbi più frequenti). Un altro tipo di presentazione 'mascherata' della depressione è quella che il paziente fa lamentando stanchezza, perdita di memoria, difficoltà nella lettura o mancanza di concentrazione, oppure attribuendo il proprio stato depressivo ad un periodo particolarmente stressante; altre volte sono i familiari a segnalare al medico il disagio del proprio congiunto.

È stato calcolato che tre quarti dei pazienti che hanno bisogno di un aiuto psicologico si presentano al medico lamentando problemi fisici, e solo nella metà dei casi la depressione viene riconosciuta al primo colloquio. Questa modalità di comunicazione della propria sofferenza può essere rassicurante per il malato, che è meno allarmato dall'eventualità di avere una malattia fisica che da quella di soffrire di depressione, vissuta come 'malattia mentale' e ancora oggi molto spesso associata a vissuti di vergogna e al timore di discriminazione sociale.

Il mancato o tardivo riconoscimento di uno stato depressivo da parte del medico può però impedirne o ritardarne la cura, con la conseguenza di aggravare la sofferenza del paziente. Pur tenendo presente la delicatezza della sfera personale ed affettiva coinvolta nei meccanismi della depressione, sarebbe perciò auspicabile che ogni medico ponesse ai suoi pazienti alcune basilari domande volte ad investigare il loro umore.

Bisognerebbe ad esempio chiedere ai pazienti ed alle pazienti: se si sentono spesso tristi o giù di morale; se provano piacere e soddisfazione nel fare le cose; come vanno il sonno, l'appetito, la vita sessuale; se si sentono in forze; se sono capaci di concentrarsi; se si sentono in colpa o se sono preoccupati per il futuro; come vanno le cose in casa e/o al lavoro. Non si deve temere di porre ai pazienti domande dirette sulla loro sofferenza psichica o esistenziale: discuterne apertamente e sentirsi compresi e considerati può di per sé apportare beneficio e trasmettere il messaggio positivo che la depressione può essere guarita.
 
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