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Leggere per crescere bene

REDAZIONE
Leggere per crescere bene

'Non è mai troppo presto', sostengono pediatri e psicologi.
E serve anche alla relazione.
Leggere al neonato, fin dai primi vagiti. Leggere al bimbo che ancora non possiede gli strumenti per farlo da solo, per aiutarlo a crescere.
'La lettura precoce', spiega Beatrice Benelli, docente di Psicologia dello sviluppo linguistico e sociale alla Facoltà di Psicologia di Padova 'ha diversi effetti positivi: sullo sviluppo linguistico (in particolare sull’acquisizione del vocabolario nei bimbi sotto i 3 anni); sullo sviluppo delle capacità cognitive e della conoscenza (aumenta la capacità di rappresentarsi mentalmente realtà diverse e lontane dal 'qui ed ora' e di evocarle), con la conseguente acquisizione anche di un lessico 'decontestualizzato', ossia non limitato alle cose quotidiane e presenti'.
Ma le ricadute positive si estendono anche alla concezione del libro e della lettura. In sostanza il libro diventa per il bambino oggetto di interesse come tale, piacevole fonte di esperienza e conoscenze. Ciò aumenta la probabilità che la lettura fatta dall’adulto al bambino, quando questo è piccolo, si trasformi in lettura autonomamente condotta e perseguita dal bambino stesso, quando è più grande. Infine, la precoce esposizione al testo scritto permette di acquisire con più facilità quelle regole che sono coinvolte nell'acquisizione della letto-scrittura (la corripondenza suono-segno grafico, la scansione e composizione delle parole, l'organizzazione degli argomenti, ecc.).

La lettura precoce è naturalmente importante, puntualizza Roberto Cambiaso, pediatra di Genova, 'anche per l’instaurarsi di una buona relazione genitori-bambino'. Non è solo fonte di apprendimento linguistico e concettuale, ma soprattutto un’occasione di scambio comunicativo e affettivo tra bimbo e adulto.

'È un rito', aggiunge Benelli, 'che conferma l’appartenenza ad un nucleo sociale (la famiglia), stabilisce significati comuni e condivisi, perpetua abitudini e tradizioni diventando quindi un momento centrale nella costruzione della identità infantile. La proprietà generale è la sua natura dialogica che non consiste nel leggere semplicemente il testo, ma nel coinvolgere il bambino con domande, conferme, commenti, espansioni di informazioni, riferimenti alla sua esperienza...'.
Per iniziare 'non è mai troppo presto', suggerisce Cambiaso. In ogni caso la lettura diventa 'irrinunciabile' dopo i 6 mesi, quando il bebé è in grado di prestare sempre più attenzione all’ambiente esterno.
 
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