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Troppi sms riducono il quoziente intellettivo

REDAZIONE
Troppi Sms riducono il quoziente intellettivo

Uno studio condotto in Inghilterra suggerisce che l'ossessione per i «messaggini» (e anche per le e-mail) si accompagni a una sorta di torpore mentale cronico.
Si chiama “infomania” la nuova ossessione del dialogo virtuale: i messaggi di posta elettronica e gli sms sul telefonino oggi fagocitano la nostra attenzione ad un punto tale da distoglierci dalle mansioni quotidiane. Finché, alla lunga, il livello di attenzione decade, la concentrazione si deteriora e il cervello entra in uno stato di torpore.
Un effetto così marcato da superare di ben due volte (ed oltre) quello prodotto dal consumo abituale di marijuana. Stiamo diventando drogati di elettronica, infomani, appunto.
La notizia arriva dalla Gran Bretagna, per la precisione da uno studio realizzato, per conto della Hewlett Packard, dall’Istituto di psichiatria del King’s College di Londra. Gli specialisti londinesi hanno intervistato più di mille dipendenti dell’azienda: il 62% ha confessato di avere il pensiero fisso sulla posta elettronica e di non poter fare a meno di rispondere ai messaggi nel più breve tempo possibile. Per far fronte all’overdose di email si va avanti senza sosta, si leggono a casa o nei giorni di vacanza.
Intanto il lavoro d’ufficio procede a fatica, con la concentrazione a singhiozzo, tra un messaggino e l’altro. Ma non basta: il 21% degli intervistati si è dichiarato disponibile ad interrompere perfino una riunione pur di sbrigare subito la corrispondenza elettronica.

Glenn Wilson, psicologo dell’Università londinese, è andato oltre, indagando le conseguenze della nuova ossessione sulle performance intellettuali. Ottanta dipendenti si sono sottoposti volontariamente al test del quoziente di intelligenza (QI).
Che cosa ne è emerso? Una sorta di torpore mentale cronico, dovuto alla focalizzazione sulla posta e alla inevitabile fatica di staccarsene per convergere le energie mentali verso le mansioni di lavoro. Una condizione di stress che, col passare del tempo, riduce le abilità e le competenze acquisite.
Il calo del quoziente intellettivo, secondo l’indagine britannica, è di ben dieci punti, contro i quattro che si registrano nei consumatori abituali di droghe leggere. Ma se non vogliamo scomodare la marijuana, l’infomania riduce le capacità intellettive quanto una notte passata in bianco. Un bel problema.

David Smith, manager della Hewlett Packard, in un’intervista al quotidiano inglese “The Times” mostra segni di preoccupazione: «E’ come se avessimo dato ai dipendenti una macchina sportiva, anziché un’utilitaria, senza porre limiti di velocità. La tecnologia informatica è indispensabile al lavoro, ma bisogna farne un uso responsabile. Se andiamo avanti così, accuseremo un calo vistoso della produttività. Per arginare il fenomeno, le aziende devono elaborare linee guida di comportamento».
Ma la posta elettronica sembra diventata un’autostrada difficile da fermare e in continua crescita: le email spedite ogni giorno nel mondo hanno superato i 50 miliardi (nel 2001 erano 12 miliardi). E il numero quotidiano di messaggi che ogni persona riceve, 32 oggi, aumenta dell’84% ogni anno.
 
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