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Il legame madre-bambino nei primi anni di vita attaccamento

REDAZIONE
IL LEGAME MADRE-BAMBINO NEI PRIMI ANNI DI VITA

La qualità delle cure che i genitori forniscono al proprio bambino ha una forte influenza sul suo benessere psico-fisico a tal punto che, se risultano essere inadeguate, possono rappresentare l’origine di numerose situazioni di disagio. In particolare, è centrale il legame tra il bambino e la madre, in quanto è lei a fornire il maggior accudimento quando il figlio è piccolo.
E’ stato definito con il termine “attaccamento” il legame che si crea tra il bambino e la figura che più di tutte si occupa di soddisfare i suoi bisogni, sia nutrizionali che affettivi, ossia, la madre.

Pensando al rapporto tra madre e figlio, si parla di legame sicuro quando la mamma riconosce e risponde alle richieste del figlio, favorendo lo sviluppo di un’espressione spontanea delle emozioni, sia positive che negative. La madre accorre quando il bambino piange ed è sempre in grado di capirne i suoi bisogni. Il bambino vede nella mamma una figura capace di aiutarlo e così sviluppa fiducia anche nei confronti degli altri. Per riuscire a instaurare un legame sicuro, la madre deve aver raggiunto un proprio equilibrio psico-fisico che le permetta di occuparsi oltre che di se stessa, anche del proprio bambino.

Nelle situazioni in cui la madre dirige l’attenzione più su di sé che sul bambino si parla di legame ambivalente. La mamma offre il proprio contatto al bambino quando è lei stessa ad averne bisogno. Di fronte al pianto, accorre solo quando anche lei ha bisogno di essere rassicurata e di ricevere calore. Il bambino cerca, in ogni modo, di attirare la sua attenzione, ad esempio piangendo spesso, e costruisce un’immagine della madre come figura incapace di fornire cure in maniera continua. In futuro, il bambino percepirà come imprevedibile anche il mondo circostante. Si tratta spesso di madri che a loro volta non hanno ricevuto adeguate cure da piccole e che cercano di compensare questa mancanza nel rapporto con il loro figlio.

Nelle situazioni in cui la madre rifiuta e non risponde alle richieste del figlio si parla di legame evitante. Si tratta di mamme che non rispondono al pianto del bambino e non soddisfano i suoi bisogni. Il bambino arriva così ad evitare qualsiasi contatto con lei, a chiudersi in se stesso e a diventare autonomo precocemente. Quando diviene adulto, tenderà ad isolarsi dal mondo che lo circonda.

La condizione più grave è quella in cui la madre maltratta il bambino o è troppo presa dalla risoluzione di un proprio trauma non elaborato, come la perdita di un genitore o di un figlio. In questi casi si parla di legame disorganizzato. Il bambino percepirà la madre come fonte di pericolo, sviluppando la stessa paura nei confronti del mondo circostante.

La carenza nelle cure genitoriali è quindi spesso associata a un difficile sviluppo del bambino che, fin da piccolo, può presentare difficoltà nell’apprendimento e nella gestione delle emozioni. Si tratta di quei bambini che fanno fatica a stare al passo con i loro coetanei e che manifestano reazioni aggressive e incontrollate.
Nel periodo dell’adolescenza, questi individui sono più frequentemente esposti a eventi traumatici e mostrano una certa difficoltà ad affrontare i problemi della vita quotidiana.
Da adulti, potrebbero essere più propensi a ricercare conforto nel cibo (bulimia nervosa) o nelle sostanze (forme diverse di dipendenza) e a vivere le relazioni in maniera conflittuale, non avendo mai sperimentato un legame sicuro. I soggetti che presentano nell’infanzia una percezione del mondo come catastrofica, potrebbero sviluppare un disturbo di panico.

Le consulenze psicologiche in età evolutiva svolte dagli psicologi del Centro Psiche considerano la qualità del legame d’attaccamento madre-bambino, la cui inadeguatezza è alla base di numerosi disagi psicologici. Nello specifico, oltre ai colloqui, vengono utilizzati i seguenti strumenti diagnostici:

  • SAT (Separation Anxiety Test): è un test che permette di comprendere il modo in cui il bambino vive, o, nel caso sia un adulto, viveva le situazioni di separazione dai genitori. Si tratta di vignette che rappresentano situazioni di vita legate all’allontanamento dei genitori, come un'uscita serale.

  • AAI (Adult Attachment Interview): è un’intervista che permette di comprendere come reagiva la figura d’attaccamento quando il soggetto stava male, ad esempio se gli stava vicino e lo curava.  Permette di far riaffiorare il tipo di legame di attaccamento che il genitore, a sua volta, aveva con la propria madre.

  • Osservazione diretta dell’interazione del bambino con i genitori: consiste nell’osservare la coppia madre-bambino in situazioni di vita quotidiana, come l’interazione di gioco o il momento della pappa. Si discute successivamente con la madre quali potrebbero essere le modalità di interazione da modificare per il benessere del bambino. Si osserva spesso come una madre che ha bisogno di ricevere calore dal figlio tenda a ricercare una forte vicinanza fisica e a lasciare poco spazio all’iniziativa del bambino.
 
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